giovedì 31 luglio 2008

Cercasi parole disperatamente

negli ultimi mesi ne abbiamo viste di tutti i colori. attacchi a campi nomadi. attacchi ai lavoratori. attacchi a diversi.

negli ultimi mesi abbiamo sentito un silenzio assordante. dei politici. di noi cittadini. della chiesa.

nei prossimi mesi, forse, vedremo ancora di peggio.
e a me mi manca il fiato per raccontarlo

Risiko dei cieli: nozze tra Iberia e British Airways


Secca la replica di Berlusconi: "non ci faremo intimidire. Ho già pronta una cena a Porto Rotondo con Ligresti, Benetton e Peppino 'o meccanico".

Non è vero...


Non è vero che stiamo tornando al ventennio fascista.
a quei tempi, i treni arrivavano in orario

martedì 29 luglio 2008

Italiani, reagiamo!

Vigliacche accuse del Consiglio d'Europa all'Italia.
Ma il Popolo italiano saprà reagire alle calunnie!


sabato 26 luglio 2008

Io non sono degno....

In risposta alla domanda di gio' di introdurlo a quello che sarà Fable 2, io rispondo che non sono degno di parlare diquesto gioco, non ne sono all'altezza. Quello che posso fare però è postare due video di babbo Peter che introduce a Fable 2. Solo lui può parlarne, solo lu ha il diritto di prenderti per mano e portarti nel suo mondo.
E' solo un assaggio ma rimarrete elettrizati...







Saluti

giovedì 24 luglio 2008

martedì 22 luglio 2008

Jarvis e i giornali di domani

Jeff Jarvis è una delle voci più influenti nel dibattito globale sui nuovi media. Nel suo spazio riflette ampiamente delle trasformazioni che le organizzazioni- tutte le organizzazioni- stanno esperendo per effetto della rete internet e delle sue applicazioni sociali.
E in particolare Jarvis- docente di giornalismo presso la City University di NY- si occupa da tempo di come sta cambiando l'organizzazione delle redazioni giornalistiche.

Perché lo tiro fuori qui? Intanto perché è uno che sa di cosa parla. E poi perché le tesi che propone sono spesso visionarie e provocatorie, prefigurando in modo credibile pezzi di futuro diversamente difficili da immaginare.

In uno dei suoi ultimi pezzi, il nostro se ne esce con una tesi bella tranchante su come i giornali/ giornalisti si dovrebbero rispecializzare.
Le aziende di publishing, dice Jarvis, continuano a vedersi come produttori/ distributori di notizie. E, posti di fronte all'innovazione digitale, spendono somme crescenti per creare piattaforme di pubblicazione e distribuzione proprie e proprietarie. E lo fanno, tipicamente, ciascuna per conto proprio (il corriere la sua piattaforma, repubblica la propria, elpais etc etc).

Solo che, dice lui, tutti gli strumenti di cui sopra- tools per la pubblicazione, per la distribuzione, per la raccolta di pubblicità) sono già tutti disponibili, gratis e per tutti. Si chiamano google ads, google alert, google reader, google pippoplutopaperino etc.

Da qui la provocatoria tesi. Se i giornali prendessero atto del nuovo stato di cose, la smettessero di provare a re-inventare la ruota, e facessero proprie le piattaforme di publishin e distribuzione già esistenti, potrebbero:
1. risparmiare somme enormi (somme che molte aziende non si possono cmq permettere)
2. re- incontrarsi con i loro lettori, spesso persi per strada, e che negli ambienti google hanno già i propri spazi
3. [soprattutto] smettere di concepirsi come aziende di distribuzione di notizie, e di raccolta di pubblicità, e tornare a fare il loro lavoro: scrivere.

Quoto l'autore:
Newspapers are in the wrong businesses. They should no longer be in manufacturing and distribution, which have become cost-heavy yokes. And they should no longer try to be in the technology business - because they're bad at it. [...] If any paper, station or site could pluck software from the cloud and freely use and adapt it to perform essential functions then it could concentrate its resources on what matters - journalism.

A corollario del ragionamento, Jarvis anticipa anche le (prevedibili) critiche anti- google (non possiamo metterci in mano a Mountain View etc). Se le aziende editoriali non intendono mettersi in mano ad un attore privato, dice, hanno comunque davanti una possibile strada "pubblica". Si tratta di portare le grandi aziende culturali pubbliche (BBC, RAI etc) a produrre loro- per tutti e una volta per tutte- delle grandi piattaforme alternative a quelle di google. creando spazi di informazione ed incontro per le aziende editoriali, i gruppi associati, i cittadini. Ed offrendo una versione nuova (e utile) del concetto di "servizio pubblico".

lunedì 21 luglio 2008

Concorso: cassette ne hai?

Quando eravamo ragazzini, tipo anni ottanta, le cassette erano il pane quotidiano. le usavi per conquistare le ragazzine, ci segnalavi il crescere di un'amicizia, le ascoltavi e riascoltavi per riportare in vita un momento.
poi, all'avvento del cd, le cassette sono scomparse.
epperò, visto che come diceva uno la storia si ripete sempre (o almeno si somiglia) ai tempi della rete le cassette sono tornate.
Muxtape, così si chiama il servizio, consente di pescare dalla propria libreria audio un tot di canzoni, e di "inciderle" su una cassetta digitale. poi il nastro così creato è ascoltabile liberamente in streaming, e può essere scambiato/ condiviso con altri per amicare, sedurre, ricordare o quant'altro.

in realtà, già qualche tempo fa avevamo accennato all'argomento.
ma visto che allora la cassettina era andata inascoltata, ci riprovo oggi.
proponendo una raccolta personale un pò "retrò", proprio come il suo papà.
si chiama "amarcord_ma_non_troppo_anzitroppo" ed è per la collezione di casagenovesi.
voi ne avete una?

mala tempora currunt

vuoi fare bella figura con un ragazzo appena incontrato?
hai nostalgia del liceo, e vuoi tornare ai bei tempi andati?
o, più semplicemente, vuoi fare sfoggio di erudizione per entrare in Forza Italia (/PD)?
qualunque siano le tue ragioni, dai un'occhiata qui.
buongiorno!

sabato 19 luglio 2008

20 luglio

Nella terra di nessuno
(Marco Revelli)

«Ma col passare degli anni, non senza crescente stupore, mi sono accorto di soffrire di un'afflizione rimossa e sgradevole, un male che si dichiara in queste pagine, sia pure velatamente, a partire da una certa data: l'incapacità, o l'impossibilità, di sentirmi un cittadino del mio paese». Sono le parole con cui Cesare Garboli apriva la sua raccolta di Ricordi tristi e civili, nel gennaio del 2001, come ha ricordato, due giorni or sono, sulla piazza di Empoli, Adriano Prosperi in uno splendido ricordo dell'amico troppo presto scomparso.
Esprimono un sentimento privato. La caduta di una speranza. La coscienza di un'impotenza e di una solitudine tra tanta folla e brusio.

Ma anche un atteggiamento collettivo. La coscienza di un pezzo d'Italia che vive da esule la propria cittadinanza. E che con cadenze ricorrenti, ma inesorabili, misura di volta in volta la propria estraneità rispetto al proprio paese. Per Garboli, i primi sintomi di quella malattia della coscienza di luogo si manifestarono alla fine degli anni Settanta, dopo l'assassinio di Aldo Moro, quando dal sottofondo fangoso della transizione in corso emerse un'Italia incapace di vivere la propria tragedia se non nella forma festosa e vacua dello spettacolo grottesco. Insieme «tartarea», come scrisse, ed «euforica».
Per Bobbio, quella linea di non ritorno fu segnata dalle stragi di Falcone e Borsellino, che gli fecero esclamare di vergognarsi di «essere italiano». Per altri - Galante Garrone, mio padre, le generazioni della Resistenza e della Costituzione -, sarà il 1994, il «trionfo della vanità» che portò il guitto delle televisioni al vertice dello Stato. Poi Genova, luglio 2001: lo spettacolo crudele di tutte le vecchie Italie riemerse ad un unico segnale da tutti i loro peggiori passati per infierire sul corpo giovane, esposto, di una nuova generazione che si affacciava, ingenua e curiosa, all'impegno civile. Piazza Alimonda, Corso Italia, Bolzaneto, la scuola Diaz: ancora una volta, sotto gli occhi del mondo, ostentata, offerta allo sguardo nudo dei media, la prova di un'inciviltà atavica mai in realtà superata. Di un arbitrio inseparabile dal potere e dal «senso dello stato» di quelli che ne dovrebbero essere i «tutori» e i garanti.
La sentenza di oggi ne è la sanzione. Archivia, con un'alzata di spalle e un ammiccare di sguardi, l'orrore di quelle giornate. Sancisce la normalità dell'abnorme. Proclama l'irrilevanza pubblica della trasgressione estrema. Non sono negati i fatti. Né confutati i testimoni. Anzi: tutto ciò che abbiamo ascoltato, le sevizie, gli oltraggi, i corpi umiliati e colpiti, con sistematicità, per giorni, è assunto come vero. La tortura - il termine indicibile, il confine varcato -, c'è stata. Ma non trova termini giuridici per essere espressa. Nello spazio pubblico e giuridico italiano, la sua pratica non può essere riconosciuta come rilevante. Per questo chi l'ha compita, chi ha varcato quel confine, se ne può andare assolto. O con piccoli, impercettibili graffi sulla fedina penale. Continuerà a rappresentare lo «Stato». Ne interpreterà l'essenza arbitraria. Sarà il «noi» collettivo in cui dovremmo specchiarci.
Questo è l'aspetto più odioso di quella sentenza: lo scarto, osceno, che c'è tra i fatti accertati e la loro traduzione giudiziaria. Tra l'enormità della ferita e la leggerezza del giudizio. In quello iato, in quella terra di nessuno tra l'oltraggio dei corpi e il non cale della legge, sta per intero la ragione del nostro esilio civile. Il senso del nostro essere - irrevocabilmente, irreversibilmente (per citare ancora Garboli) - «senza patria».
(/Il Manifesto)

giovedì 17 luglio 2008

FABLE 2 finito! Godete brutti maiali!

E' ufficiale, anche babbo Peter l'ha detto, Fable 2 uscirà questo ottobre! Supporteà addirittura il cooperative via XboxLive! Che Sia la volta buona del gioco di ruolo definitivo?






Un breve articolo sul sito della BBC



Un saluto

Spinoza te quiero

La forza dell'abitudine
Il Milan presenta Ronaldinho: è costato quindici milioni di euro. “Per quella cifra, mi aspetto l’assoluzione piena” ha dichiarato Berlusconi sovrappensiero.
(/Spinoza)

Rassegna stampa_17 Luglio

17 Luglio. Otto di mattina.
Ecco le aperture che attendono l'italiano al suo risveglio:
- "il papa parla con i giovani" (La Stampa)
- "berlusconi: priorità giustizia" (Corriere)
- "bagno di folla a sidney" (Repubblica)

Tutto tranquillo, quindi. Beh, non proprio...perché cercando meglio si trovano anche scottanti servizi di inchiesta su:
- gli orientamenti sessuali delle gemelle (La Stampa)
- l'estate d'amore della Gregoraci e Briatore (La Stampa)
- il sesso degli italiani da playboy a internet (Repubblica)

Que viva la stampa libera!
Que viva l'Italia!

mercoledì 16 luglio 2008

Maternità

Quasi dimenticavo

Quasi lo dimenticavo....è stata resa nota la sentenza su Bolzaneto 2001.
Per fortuna non è successo niente.



martedì 15 luglio 2008

Giro di vite sui nuovi giochi in uscita

Non voglio dilungarmi troppo ma finalmente con l'E3 di Los Angeles il mercato sembra sia pronto a inondarci finalmente di nuovi succulenti videogiochi. Basta beta, basta alpha code. è il momebnto di vedere filmati di codici quasi completi! Ecco alcuni titoli che aspetto a gloria.
Buona visione!
















Un saluto.

lunedì 14 luglio 2008

Quanto sei rimasto bambino?

C'è un gioco che sta impazzando in questi giorni nella rete italiana.
Si tratta di un semplice quiz, che attraverso un set di domande a risposta multipla punta a misurare la "percentuale di bambino" rimasta in ciascuno di noi.
Il gioco è semplice, veloce e molto divertente, per cui se avete cinque minuti dateci senz'altro un'occhiata. Allo stesso tempo, però, non vi fidate troppo dei risultati che rende: ad una delle persone più infantili che conosco (il sottoscritto) ha risposto che sono quasi maturo.....

martedì 8 luglio 2008

L'indumento must dell'estate 2008

Diceva uno che, a guardar bene, tutti i giorni ce n'è una nuova da imparare.
Oggi, per esempio, compilando la mia lista di domande/risposte false per un noto portalone nostrano, ho scoperto che la nuova tendenza dell'estate 2008 è il quadranga.

Cos'è il quadranga, dite voi? Ma come cos'è? Ma dove vivete, su Marte?

Il quadranga è l'ultimo grido in fatto di costumi, un vero must sulle spiagge agostane.
Oppure: E' un orrendo pezzo sbilenco di stoffa da usare al posto della mutanda nel vostro bikini.
Oppure ancora. E' l'ennesima pensata di uno molto furbo, che continua a ridere mentre spendiamo 100 euro per uno straccio.

Quello che so per certo è che Cuore ne avrebbe fatto il lancio per un numero speciale di "Mai più senza". E che a me, invece, fa pensare che una pestilenza di massa in occidente non sarebbe poi una cattiva idea...

refusi

Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio [...]. Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali, Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006 [...] Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua 'bella figura' e la pura forza della sua volontà Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese». La biografia di Berlusconi, cita anche il fatto che da ragazzo «guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso»

...se lo avesse scritto travaglio l'avrebbero impalato....invece, per fortuna, l'ha scritto l'ufficio stampa di Bush al G8 in corso ad Hokkaido! =)
(/corriere.it)

lunedì 7 luglio 2008

Cos'è il cognitariato

A dispetto di quanto si potrebbe pensare, in mezzo al deserto si incontrano tante forme di vita interessanti. E alle volte c'è pure qualcosa da imparare.

Io, per esempio, avevo molto sentito parlare di cognitariato- per esempio dal signore nella foto qui a fianco.
Ne avevo sentito parlare come della principale piaga contemporanea. La trasposizione nel mondo "post- industriale" delle forme di sfruttamento più proprie della catena di montaggio. Il modo con cui si esprimeva al massimo l'alienazione dei lavoratori della conoscenza.
E devo ammettere che, al di là della fascinosità della metafora, trovavo la categoria di "cognitariato" una bella pugnetta per ex- sessantottini in cerca di un titolo di giornale.

La trovavo tale.
Poi, in mezzo al deserto, ho scoperto che veramente può succedere di lavorare in vere catene di montaggio digitali. Copiando/ incollando immagini sempre uguali in template predefiniti. O creando domande/ risposte false all'interno di ambienti "web 2.0" di "How to". O dando risposte precompilate a domande sempre uguali.

Ce n'era pieno già, di questi posti. Ma da fuori del deserto non li vedevo.
Per cui, anche se sembra assurdo, sono contento di essere venuto fin qua, dentro il deserto, a scoprire come funziona il cognitariato vero!

venerdì 4 luglio 2008

Anteprima Punto Informatico





Qui di seguito l'apertura del pezzo pubblicato su Punto Informatico di oggi. Tema: il "cosa e come" di uno dei più ambiziosi progetti di ricerca messi in campo dalle istituzioni scientifiche pubbliche italiane.

Siamo a Portici, estrema periferia sud di Napoli, all'interno di una palazzina in vetro e cemento dall'aria moderna e molto robusta. Tutto intorno un quartiere di stabilimenti industriali, uffici e, poco lontano, il mare. In questa zona - per la precisione proprio sotto i nostri piedi - fino alla metà degli anni Ottanta sorgeva una importante fabbrica di fertilizzanti: la Montedison, attirata dagli aiuti pubblici ed interessata a espandersi a Sud, aveva portato qui uno dei propri stabilimenti principali. Poi, però, con il sopravvenire della crisi e la dismissione della grande industria manifatturiera, la fabbrica ha chiuso e qui è rimasto solo vuoto.
(continua)

Il video dell'intervista lo trovate qui.

giovedì 3 luglio 2008

Dì qualcosa di sinistra: "dai Lumi al blackout"

Torna su CasaGenovesi l'appuntamento con "dì una cosa di sinistra". Questa settimana è nostro ospite Juan Goytisolo, scrittore spagnolo piuttosto famoso in spagna (e scognito alla mia crassa ignoranza), incontrato per caso sulle pagine de El Pais della scorsa domenica.

Nel suo articolo, Goytisolo passa in rassegna alcune notizie di cronaca europea- il Ministro degli Esteri francese che si vanta di aver aumentato dell'80% le espulsioni, la Direttiva EU sulla detenzione nei CPT a 18 mesi, chicche varie sull'Italia berlusconiana e molte altre- per arrivare a porre una domanda, tanto semplice quanto imbarazzante, che suona tipo: "come siamo arrivati qua?".
Il punto interrogativo è il seguente. Come è possibile che Noi (europei), che andiamo a spasso vantandoci di aver concepito e cresciuto la cultura moderna, le idee di "liberté, egalité, fraternité", e altre sciocchezze simili, siamo finiti a esultare perché riusciamo ad espellere i poveracci? Come ci siamo arrivati? E poi, le persone ed i partiti auto- proclamati "progressisti" che alternativa hanno, da offrire?
Il pezzo, in spagnolo, non dice niente di incredibilmente nuovo, ma è una buona "boccata d'aria" rispetto al discorso corrente su questi temi.
Si trova qui. Buena lectura!
=)

mercoledì 2 luglio 2008

glutei perfetti

se non ne potete più delle farneticazioni su veltroni, provate a rinfrancarvi qui (via PI)
(PS: ogni parallelismo è puramente casuale)

frammenti laici

Domenica scorsa, in una erudita lettera a La Stampa, il segretario del principale partito di opposizione (?) ha spiegato che la ragion d'essere del piddì è la costruzione di un concetto rinnovato e alto di laicità, in grado di farsi collante per la "cultura condivisa" del nuovo partito. Veltroni ha poi sintetizzato il tutto sotto l'affascinante etichetta di "laicità del futuro".

ora, lasciamo stare il fatto che un partito si fa se esiste già al suo interno una
base culturale più o meno condivisa. lasciamo stare il fatto che i ragionamenti per etichette e parole chiave sarebbe bene farli fare ai pubblicitari o a Forza Italia (scusate la tautologia). e facciamo pure finta di non notare che la politica si fa oggi, per cui non abbiamo bisogno di una laicità "del futuro" ma di qualcosa di agibile qui e ora.

lascio stare tutto questo e mi domando. di cosa è fatta la *mia* laicità oggi?
seguono ingredienti sparsi di laicità nostrana. per me essere laico significa:
- verificare criticamente le cose, anche quelle che mi vengono da fonti "amiche". che tradotto significa sottoporre a esame critico qualsiasi informazione o fatto mi si pari davanti al naso, evitando di assumere come un dato quello che mi viene suggerito
- rispettare le persone diverse da me. che tradotto significa vedere un pezzo di umano in un carabiniere, un rom o, perché no, addirittura un deputato di Forza Italia
- non solo "io". che tradotto significa individuare le condizioni materiali che condivido con le persone vicine a me, per capirmi ed agire come un "noi" anziché come un semplice "io" (diversamente quegli altri hanno già vinto...)
-ognuno fa il suo lavoro, e ruoli ben distinti. che tradotto significa tenere salde la separazione, ed il rispetto reciproco, dei ruoli e delle funzioni. separazione e rispetto tra le singole persone (non voglio un lavoro da te perché siamo amici); tra le organizzazioni (ex: un ospedale pubblico non è un ospedale privato); tra i poteri (al governo quel che è del governo, al giudiziario quel che è del giudiziario, etc); tra gli stati (ex: se il Vaticano è oltretevere, vuol dire che negli affari di Montecitorio non dovrebbe stracciare i maroni)
- attenermi alle regole. che tradotto significa che la Costituzione, e le leggi che ci stanno sotto, mi piacciono e non ho nessuna intenzione di buttarle al cesso nella mia vita quotidiana.
- [....]

[segue]