mercoledì 2 aprile 2008

economia civile e...felicità

da qualche giorno mi frulla in testa un bel post palloso sull'"Essere partita IVA- fenomenologia del precariato post co.co.pro". ma mi manca il tempo per scriverlo a modo....così tengo il titolo figo e rimando ancora per un pò.

ciò detto, oggi voglio comunque proporre un post bello pallosetto.
e così ripropongo qui dentro degli spunti raccolti in occasione di una lezione- spettacolo di Stefano Zamagni, eminente docente di Economia presso Unibo.
tema della serata era la presentazione dei tratti rilevanti dell'approccio cosiddetto di "economia civile".

L'economia civile per chi non l'ha ancora incontrata al bar, è un approccio dell'economia che, criticando le visioni neoclassiche, propone di ricomprendere nei computi (e nelle modellizzazioni, e nelle visioni) economiche anche i contributi del no profit, del terzo settore.

Secondo i teorici che seguono questo approccio- peraltro biecamente sfruttato come "foglia di fico intellettuale" anche da tante leghecoop e compagniedelleopere in cerca di quattrini- inserire il "noprofit" nel calcolo economico consente di "far emergere" tante attività che, anche se non contribuiscono direttamente alla crescita del PIL, hanno un ruolo importante per la tenuta ed il benessere sociale della cittadinanza. e, per conseguenza, producono "ricchezza" e "felicità".

Perché questa roba pallosa dovrebbe essere interessante?
A me sembra interessante perché:
- contiene una critica potente al modello di sviluppo economico dominante, secondo il quale [(più PIL) = (più benessere per le persone)]
- propone, conseguenteemente, una visione in cui per generare felicità è necessario generare "beni sociali", e non solo prodotti e servizi economicamente monetizzabili
- consente di rendere conto in modo generativo di una serie di fenomeni sociali emergenti (il no profit, ma anche le banche del tempo, ma anche gli stessi blog e le reti sociali online) che per il fatto di non "produrre moneta" sono ritenute meno significative/ rilevanti di altre.

1 commento:

Nico ha detto...

Sul tema "Essere partita IVA- fenomenologia del precariato post co.co.pro" posso scrivere non un post ma un libro. Capitolo 1: "Il regime dei contribuenti minimi". Incipit: "Come tutti ormai sapete, il contratto a tempo indeterminato è stupido e controproducente per un lavoratore. Retaggi di un modo di pensare vecchio e autolesionista che non aiuta noi né chi ci vuole bene. Difatti, perché legarsi a un’azienda quando puoi benissimo fare le stesse cose libero da ogni garanzia e da ogni tutela? Perché se mi ammalo dovrei umiliarmi pretendendo che lo Stato e l’azienda mi paghino la malattia? La malattia è mia e me la pago io, scusate ma è una questione di principio. L'economia cambia ed è giusto che noi giovani d'oggi ne prendiamo atto. E' giusto anche che l'azienda possa essere libera di risparmiare un po' di contributi e di fare il bello e il cattivo tempo con l'altrui esistenza lavorativa. Ricatto? ma che brutta parola. Che cattivo gusto. Chiamiamola col suo vero nome: opportunità. Sì, amici, perché la partita iva non è come pensavamo noi antiquati, un regime pensato per le ditte o per i liberi professionisti che lavorano su singola prestazione, come l'idraulico... macchè: ognuno, indipendentemente dal sesso, dall'età, dal lavoro e soprattutto dal rapporto di lavoro che ha con un’azienda può aprire una partita iva tutta sua, con i suoi bei librini contabili e mille altri strepitosi gadget. Ma le sorprese non sono finite: da quest'anno e in edizione limitata, lo stato italiano dedica ai fortunatissimi che non superano i 30mila euro lordi l'anno un regime tutto nuovo e speciale, dal nome simpatico come un peluche: il Forfettone. Esso dona al giovane precario immensa libertà d'azione, lo svincola da scomodi orari e doveri, gli toglie definitivamente dalla testa idee sciocche e retrograde come le ferie o la maternità, ma soprattutto gli dà l'opportunità che ha sempre in cuor suo agognato (sebbene non se ne fosse mai reso conto): essere veramente imprenditore di sé stesso. Mille clienti, mille amici, mille contatti: meglio della Tim Tribù. La partita iva non ha controindicazioni e rende felici tutti coloro la aprono. Addio precariato: il farsettone, ehm, Forfettone vi aprirà le porte del magico mondo del Lavoro Autonomo".
"Il Forfettone mi ha cambiato la vita” (John M. Smith, New Jersey).
“Neanche io ci credevo, ma col Forfettone ho guadagnato subito e senza spese più di mille biliardi” (Erina Lyndon, Scotland)
Al prossimo capitolo.