giovedì 23 ottobre 2008

I due film

Gli eventi di queste ultime settimane ti danno una sensazione strana. Sembra di stare seduto in poltrona, con due schermi davanti. Entrambi gli schermi trasmettono a volume altissimo, bombardandoti costantemente di informazioni e opinioni. Ci sono due film diversi che stanno passando, e fatichi a capire la trama di ciascuno e gli intrecci tra i due.

Sul primo schermo, quello piccolo sulla destra, passano continuamente numeri e voci strillate:"- 4,75%", "+1%, "wall street trascina in basso l'europa" e altri annunci simili che parlano di recessione, crisi globale, nazionalizzazioni. il film non sembra fatto molto bene- tutto quello che riesci a capire è che c'è molta gente spaventata- ma la tua comprensione si ferma lì. che le immagini, per la verità, ti lasciano addosso un vago senso di inquietudine, ma per la tua ecologia mentale provi a pensare che non ti riguarda. tutto sommato è solo un film.

Solo che anche sull'altro schermo, quello grosso e con il volume altissimo, passano fotogrammi strani. Si vedono dei signori vestiti di blu, con i caschetti e dei giocattoli a punta, che presidiano le strade. E si vede un buffo signore che promette continuamente ordine e rigore. E dice che va tutto bene e di non preoccuparsi, e raccoglie sempre più consensi. E dopo di lui non si vede più niente.

Ora io non lo so se i due film sono collegati. Ma diceva uno, sullo schermo piccolo, che dall'inferno di numeri e cifre negativi, dalla "recessione globale" come la chiamava lui, i paesi potranno uscire solo con grandi programmi di intervento pubblico (che vuol dire?) oppure con risposte autoritarie. Cosa volesse dire il film sullo schermo grande, invece, non sono ancora riuscito a capirlo.

2 commenti:

angelette ha detto...

e poi, in fondo alla sala, c'è un signore con i capelli bianchi che ci spiega la storia italiana travestita da sketch di demenza senile. e, peggio, ci spiega anche il futuro. lo condivido con voi grazie alla trascrizione di altri pazienti blogger. perché io da sola proprio non ci riesco a reggere queste parole

INTERVISTA A COSSIGA
di Andrea Cangini (Quotidiano nazionale)

Presidente Cossiga, pensa, che minacciando l'uso della forza pubblica
contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d'essere il presidenie del Consiglio di uno Stato
forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché 1'Italia è uno Stato debole, e
all'opposizione non c'è il granitico Pci ma 1'evanescente Pd, temo che
alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlu¬sconi farà una
figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a
cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente
ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare Ie forze di polizia dalle strade e dalle
università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a
tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino
i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuo¬co le
città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle
ambulanze dovra sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel sense che Ie forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e
mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magisirati
li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche
quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso,no?

«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende
conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che
indottrinano i bambini e li portano in piazza: un attneggiamento
criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa do-po una cura del
genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che
divampi l'incendio».
Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le
strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le
Brigale rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che
gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento
studentesco e la sinistra sindacale».

giovanni arata ha detto...

mi hanno raccontato che quel signore in fondo, quello con i capelli bianchi, ha già girato diversi film in passato. in alcuni si vedevano autoambulanze, e macerie, e stazioni fracassate. altri erano interrotti da strani spot della renault (cinque), su fondo rosso. insomma, non ho capito bene chi sia quel signore lì, ma da lui non comprerei neanche i popcorn. e comunque, a dio piacendo, tra un pò non lo sentiremo più parlare. che anche la natura, a dio piacendo, fa il suo corso.