lunedì 4 febbraio 2008

Addio, dott. Illy


Domenica è scomparso Ernesto Illy, il grande vecchio dell’azienda del caffè. Aveva 82 anni e l’agilità mentale di un ragazzino. L’ho conobbi a Trieste, in quanto finanziatore di un Premio per la promozione della lettura di scienza tra gli studenti. Ebbi l’impressione di parlare con un professore universitario più che con un imprenditore. Mi spiegò una sua teoria sull’evoluzione delle lingue basata su modelli biologici. Si laureò in Chimica nel 1947: da allora il suo amore per la scienza lo ha guidato nel lavoro e nelle passioni. Innanzitutto nel migliorare le miscele di caffè, che aveva studiato sotto gli aspetti più diversi, da quelli agronomici a quelli biologici, da quelli tecnologici a quelli legati alla salute umana. Fondò persino un'associazione internazionale per la scienza del caffè. Per questa dedizione sfrenata ricevette anche una laurea honoris causa.
Ernesto Illy pensava che il caffè non fosse soltanto un prodotto da vendere, ma anche il frutto di una catena sociale e culturale. Non a caso s’impegnò affinché le piantagioni legate alla sua azienda ricevessero il marchio dell’equo e solidale. Per lanciare il messaggio si affidò al fotografo Sebastio Salgado che come suo solito realizzò una serie di scatti bellissimi. E ancora si diede da fare per finanziare una serie infinita di iniziative culturali che vanno dalle borse di studio per la ricerca scientifica sino alla pubblicazione di opere di giovani scrittori. Ernesto Illy era quello che si chiama un mecenate, una parola poco conosciuta nei Rotary club italiani.
Scrivo queste righe innanzitutto per ricordare un uomo che stimo, e non capita spesso. Ma anche per sottolineare che si può essere imprenditori degni di rispetto sociale: Ernesto Illy era un uomo con dei valori da perseguire, da insegnare, da lasciare in eredità. Siamo abituati a ben altro, purtroppo. La nostra idea dell’imprenditore è quella del furbetto del quartierino, impomatato, inCoronato e invidiato per via della velina che lo avvolge. Più banalmente l’imprenditore che vediamo sfrecciare su Bmw decappottabili è un cinico ragioniere, capace di far carbonizzare i suoi dipendenti o di licenziare poveri cococò che dipendenti non diventeranno mai, piuttosto che rinunciare alle Maldive.
Mi piace pensare che si possa essere imprenditori in un altro modo e potersi permettere di rivendicarlo. Addio dott. Illy.

1 commento:

gio' ha detto...

addio dott. illy.
speriamo che la tua eredità non rimanga incoltivata.
e sia pace alla tua anima