lunedì 16 giugno 2008

Dì qualcosa di sinistra: perchè non possiamo essere un Paese normale

Vorrei dire qualcosa di sinistra, o forse semplicemente di buon senso. Quando è cominciata la legislatura in molti hanno apprezzato lo sforzo bipartizan di superare gli steccati ideologici e di cominciare un dialogo che facesse bene a tutto il Paese. In estrema sintesi: se le proposte di legge sono buone l'opposizione ha il dovere di avallarle come avviene in tutte le moderne democrazie occidentali. Il ragionamento non fa una piega e, nonostante tutti i pregiudizi che si possano avere nei confronti del Cavaliere, a chiunque è balzato in testa in dubbio: "Vuoi vedere che è la volta buona?" Diamogli un'ultima possibilità: almeno per non essere accusati di essere solo anti e poco interessati al bene generale. Persino il Santo Padre ha dichiarato di essere felice per il nuovo clima politico che si respira in Italia (grazie al suo intervento sono diminuiti i casi di insonnia).
A giudicare dalle prime iniziative, quelle urgenti, sembra però che il vecchio Caimano non abbia perso il pelo, nonostante la luna di miele che vive con gli italiani. Citiamo alcuni dei provvedimenti recenti: prima ci ha provato con la norma salva Rete 4, inserita in un pacchetto in cui c'era di tutto, dall'emergenza rifiuti all'acquisto di Ronaldinho. Poi ha fatto confusione tra disegno e decreto legge (a chi non capita un refuso?) e si è accanito contro le intercettazioni telefoniche, l'unico strumento che ancora ci permette di mettere qualche volta il naso nel malaffare. Oggi con un nuovo scandaloso decreto sferra un attacco fortissimo ai processi che "non destino grave allarme sociale" per i reati commessi fino al 2001 (come il suo, in cui è accusato nuovamente di corruzione). Ed è già pronta una nuova polpetta avvelenata, l'aggiornamento del famigerato "lodo Schifani", che garantisce l'immunità totale alle cinque più alte cariche dello Stato.
Ma dov'è finito il nuovo Silvio, quello che vuole fare lo statista, che si candida alla Presidenza della Repubblica, quello che tutti amano come un padre e che legittimano a occuparsi della monnezza, del nucleare, della sicurezza, quello che manda i soldati nelle strade come in Colombia? Quello che la sinistra, uscita a pezzi dalle elezioni, ha smesso di chiamare Caimano?
Sono bastati solo due mesi per vedere che il nuovo Silvio non è altro che il solito vecchio Silvio. Sì, proprio quello che ha avuto il coraggio di chiamare "eroe" il mafioso Mangano e che con la tessera 1816 della P2 in tasca ha goduto dei favori di personaggi innominabili. Perchè meravigliarsi allora? Niente di nuovo sul fronte occidentale. Agli italiani non interessano i guai giudiziari di Berlusconi, nè tantomeno i conflitti d'interessi, altrimenti non lo avrebbero rieletto per la terza volta. Ecco quindi che la via è libera. Ci sono dei processi in corso che si vogliono fermare con tutti i mezzi: con i decreti, con le leggi fatte dagli avvocati di casa diventati onorevoli, con i silenzi di un popolo drogato dalla paura degli zingari e dei "biscotti" olandesi. Per questo non saremo mai un Paese normale come sognava il buon D'Alema. Almeno finchè il Caimano non sarà diventato una borsetta di Luis Vuitton.

2 commenti:

giovanni arata ha detto...

è ufficiale: mauro scanu è il ghost-writer di ezio mauro.
o forse ezio mauro è il ghost-writer di mauro scanu. o forse...beh insomma guardate questo articolo: http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-9/mauro-volto-cavaliere/mauro-volto-cavaliere.html
("Il vero volto del Cavaliere, Repubblica 17 giugno 2008")

Nico ha detto...

Penso che di diverso ci sia solo lo stipendio, in effetti.
Io non credo che la gente si fidi di Berlusconi più di prima, o meno di prima. Penso solo che sia un po' più disperata rispetto alle elezioni di due anni fa, e che la sinistra abbia fatto veramente troppo poco per approfittare di questa disperazione, abilità in cui invece il Caimano è maestro. Fra uno che promette Napoli ripulita in due giorni e un altro che propone i braccialetti antistupro alle signore, tutti, anche le fashion victims più accanite, propenderanno per la prima. Cioè: tutti quelli che sono disposti a credere a tutto pur di non credere a quello che stanno vivendo. Quanti sono, quanti siamo in Italia? La strategia è la stessa identica da 14 anni, solo che la cavalca sempre meglio, il Cavaliere. Di questo non stanco di stupirmi.