venerdì 31 agosto 2007

un sito alla settimana_linkedin.com

il sito di questa settimana si chiama Linkedin.com . Linkedin.com è un servizio di social networking professionale- o, per dirla potabile, un servizio che aiuta gli utenti a “fare rete” professionale e non. L’idea alla base del servizio è molto semplice: sfruttare le potenzialità di calcolo, memoria e interconnessione della rete per facilitare le attività di scoperto, cambio, reperimento di nuovo lavoro (in termini potabili: contatti e raccomandazioni). Concettualmente semplice è anche la base materiale del servizio: linkedin, infatti, non è altro che un enorme database di profili professionali- costruiti dagli stessi utenti- corredati da una serie di algoritmi utili a “scavare” tra i profili e ricercare, costruire, evidenziare le connessioni tra di essi.
L’accesso alla versione base del servizio è gratuito, e vincolato solo all’invito da parte di qualcuno che sia già linkato (tipo gmail, per capirci). L’utente al primo accesso crea un proprio profilo (tipo cv) e comincia a costruire il proprio network di contatti. Questo può essere fatto con una ricerca per nome dentro il db, oppure sottoponendo al sistema il proprio indirizzario email, per ottenerne in cambio i nomi tutti i contatti email già iscritti a linkedin. Oltre a tutto questo, il sistema “scava” automaticamente dentro il curriculum appena inserito (in particolare nelle scuole frequentate e nelle organizzazioni per cui si è lavorato) e riporta all’utente i nomi di tutti i potenziali ex- colleghi, clienti od ex- compagni di classe. Alla fine del processo, l’utente vede una mappa dei propri contatti, dei contatti dei propri contatti (2 livelli di separazione) e dei contatti dei contatti dei contatti (3 livelli di). Di tutte queste persone può vedere il curriculum, il lavoro presente e passato, le possibili affinità con sé. Agli accessi successivi, d’altra parte, il sistema gli mostrerà anche altre informazioni utili alla ricerca di impiego come: annunci di lavoro postati dai membri della rete allargata, nominativi di altre persone che potrebbero essere conosciute, nuovi contatti inseriti dai soggetti della sua rete.
Come per qualsiasi altra droga, linkedin funziona per assuefazione progressiva. All’inizio lo vedi per quello che e’: un passatempo ozioso per cazzeggiatori da cubicolo. Ci passi nei ritagli di tempo e poi te lo dimentichi per settimane. Ma poi succede che un amico che non sentivi da anni ti invita a far parte della sua rete, o magari cominci a veder crescere il numero dei contatti. Oppure il sistema ti “stuzzica” confessandoti che “in the last 3 months 13 people have viewed your profile”. E tu, drogato, sei preso dalla brama di scoprire chi cazzo e’ che ti e’ andato a cercare in rete. E a quel punto la frittata e’ fatta.
Linkedin non è ovviamente l’unico sito di questo tipo: altre piattaforme, tipo
ryze.com, www.doostang.com, in parte lo stesso http://www.facebook.com, offrono funzionalità simili. Ma i numeri del sito in esame sono superiori e impressionanti: linkedin, popolare in particolare tra i lavoratori del comparto internet, ha qualcosa come 13 milioni di utenti registrati. E, con la vendita di servizi aggiuntivi non presenti nella versione base, i creatori del sito fanno soldoni grossi.
Ma qual è l’interesse di tutto questo? Per me sono almeno due cose. La prima è che- ma ormai sto dicendo una banalità- 1984 è vivo e balla insieme a noi. Ed i dati sensibili su ciascuno di noi sono a distanza di un click. La seconda, più intrigante per me, è che mentre noi ci ostiniamo a discutere di toilette per transessuali e cugine di garlasco, qualcun altro continua a costruire nello spazio digitale, tirando su edifici dove anche il “faccio cose, vedo gente” viene messo in valore.

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