venerdì 20 luglio 2007

Il sito della settimana/ www.archive.org

Si dice spesso che internet- e i media digitali in generale- inquinano e riducono la nostra possibilità di ricordare. La tesi è che il moltiplicarsi sempre più accelerato di fonti, contenuti, canali finisce per bombardarci e toglierci la possibilità di elaborare e mantenere memoria o, detto in altri termini, “l’accelerazione sul presente schiaccia passato e futuro (copyright daniele balicco).
Ma la storia che vorrei raccontare oggi- che è il 20 luglio ed è un giorno in cui è importante oliare la memoria- è la storia di un progetto internet che va esattamente nella direzione opposta, provando ad usare lo spazio di rete proprio per oliare ed alimentare la memoria.
Il progetto si chiama Internet Archive (IA), e non è altro che un insieme di archivi dentro cui si trovano le copie di una massa (enorme e sempre crescente) di libri, film, musica, ma anche di siti web scomparsi, di vecchi software, di materiali digitali di vario tipo e genere. Dentro l’IA, nato nell’ormai lontano 1996 a San Francisco, si possono trovare reperti digitali per ogni età e gusto: si va dalle collezioni di puntate di vecchie trasmissioni radio- ad esempio Orson Welles che annuncia l’invasione aliena agli americani terrorizzati- a versioni vintage dei siti che ancora oggi vediamo online, fino a widget ed altri strumenti di “ultimo grido” dell’internet contemporaneo. Il volume di materiale accumulato è impressionante: per dare un’idea degli ordini di grandezza considerate che secondo una stima wikipedia, nel 2006 la sezione di IA dedicata ai “siti scomparsi” (Wayback machine) occupava qualcosa come 2 petabyte (pari a 2 milioni di miliardi di byte) di spazio su disco.
L’obiettivo del progetto, molto ambizioso, è quello di fornire accesso permanente alle collezioni esistenti in formato elettronico a tutti i ricercatori, storici e cittadini del presente e del futuro. In altre parole, e con i termini degli stessi fondatori, si tratta di creare una grande biblioteca digitale dove “far passare i materiali internet dallo stato di contenuti effimeri a quello di artefatti duraturi” per i cittadini di oggi e quelli di domani.
Il desiderio di preservare e sistematizzare i materiali per uso futuro è anche quello che differenzia IA da un youtube qualsiasi. Infatti, attraverso il lavoro di selezione, indicizzazione, inserimento dati relativo ai materiali delle varie sotto- sezioni, ed attraverso le periodiche migrazioni, backup, mantenimento di emulatori per i data format e interfacce “superati”, gli operatori di IA stanno cercando di rendere i materiali navigabili e consultabili in modo organizzato per i cittadini del futuro, dando loro la possibilità di vedere non solo “cosa c’è oggi” ma anche “come eravamo” (la storia e preistoria della rete) e soprattutto “come ci siamo mossi”. In altre parole, aggiungendo le dimensioni del passato (e quindi anche del futuro) al presente imperativo.
Di recente, seguendo questa stessa temperie, l’IA ha sviluppato collaborazioni all’interno di vari
progetti di digitalizzazione (peer- ti- peer e no profit) di intere biblioteche (si veda ad esempio www.openlibrary.org).
E questo è un po’ tutto per il sito di questa settimana. Io mi fermo e vado a mangiare.
Se vi capita, date un’occhiata a internet archive, e buttateci qualcosa dentro. Per il resto, buon 20 luglio e buona memoria. Ciao carlo.

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