domenica 18 novembre 2007

dobbiamo sperare in berlusconi...

Dobbiamo sperare in Berlusconi. È incredibile ma è così. L’ho capito oggi e vi devo assolutamente raccontare com’è andata.
È domenica pomeriggio. Alla televisione c’è lucia annunziata che intervista pierferdy casini a “in 1/2 ora” (a proposito, ma all’annunziata chi la manda? Giornalisti incompetenti in tv se ne vedono, ma lei….).
Si parla di varia, noiosa, politicità da pollaio. la “giornalista” interrompe il suo ospite più di una volta, facendo domande scontate sulle liti berlusconi- casini e provando a mettere in bocca al povero poligamo in bocca le cose che lei vorrebbe sentirsi dire. Lui un po’ si adombra. Il telespettatore rischia di addormentarsi. Ma non è questa la notizia.
La notizia è che dobbiamo sperare in berlusconi. No, non sto scherzando, dobbiamo proprio sperare nel sempiterno silvio. L’illuminazione sulla via dell’Umiltà mi ha colto proprio mentre guardavo il simpatico pierferdy: tra una digressione sull’”estrema sinistra che blocca il governo prodi”, una considerazione sulla necessità di un governo “di responsabilità nazionale”, un grido d’allarme sulla imprescindibilità di rilanciare un’alternativa al maggioritario, il nostro simpatico padre di famiglie ha spiegato che tali magnifiche sorti e progressive sono inattingibili proprio per colpa di silvio. Silvio, questa è la tesi, impedisce alle due parti del Parlamento di “ricominciare a dialogare”, rende difficile uscire dalla loro prigione “ai moderati che si sentono stretti dentro il centro- sinistra”, inibisce le “larghe intese” sulle questioni di priorità nazionale (che si tratti delle palazzine del suocero di pierferdy?).

comunque, mentre ascoltavo queste mirabili discettazioni, un’immagine grande e terribile mi si è stagliata di fronte agli occhi: dini, cesa, mastella pierferdy manzione e compagnia che si stringono in un’orgiastica riunione diccì in mezzo al Transatlantico mentre Silvio, novello Achab, si frappone alla riproduzione della balena bianca.
A quel punto ho spento la televisione e sono andato a piangere in bagno.



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