venerdì 25 gennaio 2008

Facciamo un caucus?



Colgo al volo le suggestioni di giò e propongo di girarle sul pratico. Apriamo le finestre del blog, facciamo uscire l'aria veramente puzzolente della politica italiana e affacciamoci oltreoceano. Facciamoci un caucus virtuale. Se le Poste Italiane non continuano con il boicottaggio e la scheda elettorale di Bernhard arriverà in tempo, il nostro americano-a-roma avrà a disposizione un legittimo ballot da gettare nell'urna delle primare del New Jersey il 5 febbraio, il famoso Super Martedì. Dato che il nostro amico è ancora piuttosto indeciso, propongo di aiutarlo. Facciamo tra di noi le primarie delle primarie. Oltre a distrarci un pò dagli orrori di casa è pure un bell'esercizietto di democrazia a cui non siamo tantissimo abituati. E' anche un bel corso accelerato di comunicazione politica (per i fan del genere). Vi invito a fare un giretto sui siti dei candidati (http://www.hillaryclinton.com/ , http://www.barackobama.com/index.php , http://www.johnedwards.com/). Ci si trova di tutto di più, da facebook agli sms di aggiornamento. Per onestà intellettuale dichiariamo che la famiglia Warner (a Roma) gioca la partita sul campo dei Democratici, anche se a casa Warner (nel NJ) il vecchio Mc Cain (http://www.johnmccain.com/) mantiene il suo fascino.

Per aprire le danze, dichiaro subito la mia preferenza per Hillary Clinton. Le mie ragioni coincidono al 100% con quelle espresse oggi nell' endorsement del New York Times: competenza, intelligenza, carattere, esperienza. Mi piacerebbe che la Presidenza degli USA fosse un istituto meno monocratico e potesse avere un vero vice o dei ministri con poteri di negoziazione reali. E vedrei con grande gioia Obama fare il Segretario di Stato. Ma non credo che sia realistico.

Se poi volete fare il gioco pesante, rischiando forme di dipendenza come quelle che hanno colpito luchino con i Soprano's, condivido volentieri con voi le 7 serie che mi sono comprata di The West Wing. Una goduria per noi geeks -come dice Bernhard- che ci contorciamo il cervello sui sistemi elettorali, ci appassioniamo di spin doctors, ci emozioniamo per le politiche economiche.

A voi la parola.

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