mercoledì 23 gennaio 2008

Un'altra faccia della precarietà: testimonianze dal fronte

Da quasi due settimane a questa parte sono passata dal contratto di collaborazione al contratto a termine. Ora, ergo, meno precaria. Qualcuno penserà che sono una privilegiata non vi nascondo che l’ho pensato anche io….ma poi ho subito cambiato idea quando:

  1. Mi hanno comunicato il 22 Dicembre che sarei dovuta stare a casa due settimane non retribuita perché esiste una regola (ma solo nella loro testa bacata) che prevede uno stacco dal passaggio a co.co.Pro (fasullo) a un contratto a termine. Un barbatrucco utilizzato dal sistema per evitare la continuità. Passati 14 giorni inizi da capo con una nuova identità. Scampato pericolo e vi assicuro non è una commedia pirandelliana.
  2. Mi avrebbero diminuito anche se di poco la paga. Lamentele da parte mia e indignazione da parte loro. Morale della favola: sono un’ingrata visto che lor signori mi hanno messo in regola.
  3. 60 gg di prova come se dopo 7 mesi con loro non mi conoscessero.
  4. Nonostante il contratto collettivo lo preveda non posso accedere ad alcuni “benefit” perché è troppo presto e bisogna aspettare che il rapporto sia consolidato. Ma che minchia vuol dire consolidato? Ma questa non è mica una coppia di fatto!
  5. Devo prendere ferie per andare a fare una visita medica perchè i permessi retribuiti si possono richiedere (con il relativo modulo) solo se trattasi di una struttura pubblica e solo se convenzionata Emec (uno dei benefit ovvero una delle mafie legalizzate a me escluse). Quindi visto che la visita è urgente non posso andare presso le strutture pubbliche perché aspetterei troppo, non posso andare nelle strutture convenzionate perché mi è stata preclusa la scelta e allora non scelgo ma vado dal privato e prendo ferie!!!

Oggi 23 gennaio sono sempre più contraente debole e basita dall’atteggiamento dei sindacati. Sì i sindacati! Quelli che dopo avere sentito queste stesse cose mi hanno incitato ad esercitare i miei diritti. Ma quale diritti? Il diritto di mandarli tutti a quel paese e starmene a casa per cinque mesi così come ho fatto la volta precedente?

E allora sono una lavoratrice a termine e pensate che culo che ho avuto ci sono diventata proprio quando in Cina è stata varata una legge molto più favorevole della nostra. E allora le opzioni sono due: o mi trasferisco in Cina oppure mi rassegnerò a diventare una vecchia cinese del futuro…

1 commento:

Skanner ha detto...

Se ti può consolare stamattina i miei nuovi capi milanesi (o meglio, coloro che hanno comprato le quote di maggioranza della società) si sono formalmente presentati per la prima volta alle maestranze romane con la notizia che tre (su 10) dei nostri sono senza lavoro per un problema di costi. Ovviamente hanno tutto il tempo per prendere le cose dai loro cassetti.