venerdì 26 ottobre 2007

Saluti sudafricani

Cari amici, un saluto dall'altro capo del globo. Il mio viaggio tra le contraddizioni del Sud Africa è quasi finito, ma prima di ripartire sono riuscita a trovare un computer per scaricare qualche foto e scrivervi. Vi presento qualche amico che ho incontrato lungo il percorso....queste ragazze a destra seguono un corso di quella che noi chiameremmo "creazione d'impresa" in un simpatico container di lamiere a Makkaonyana, villaggio sperduto a ovest di Pretoria . Ho chiesto che tipo di attività vorrebbero avviare. Mi hanno risposto: "Pompe funebri". Pare che questo sia il business più profittevole ultimamente da queste parti, visto anche l'aiuto fornito dalle politiche anti AIDS del Governo (la tisana di barbabietole è il pezzo forte proposto dal Ministro della Sanità). Questa simpatica signora vive invece con figlio, marito e sorella in una baracchetta nella periferia di Port Elizabeth, un frammento di meravigliosa Olanda sull'Oceano indiano. Peccato che per far posto a bellissimi quartieri residenziali debbano continuare a spostare (4 volte in 20 anni) questi gruppi di "indesiderabili" sempre più in là.

Non sarebbe un gran problena, se non che le case di lamiera, si sa, a spostarle più di una volta (come i mobili dell'ikea) si rovinano e poi, se almeno ci portassero acqua e luce prima di scaricare le famiglie dai camion, la signora potrebbe prepararsi un tè (magari una tisana anti AIDS per il marito) in santa pace.

A presto.....

4 commenti:

gio' ha detto...

grazie xtina per la bellissima cartolina!
magari potremmo inaugurare un filone "cartoline di viaggio" e usare questa dal sudafrica come numero zero....
grazie davvero e buon ritorno!
gio'

green ideas ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
green ideas ha detto...

E' davvero un cortocircuito malato
che la prospettiva di vita di alcuni sia diventata la certezza della morte di altri. E' un circolo pauroso che meriterebbe una riflessione a sè.

Che ne dicono i reporter in ascolto?

Francesca Marzo ha detto...

il problema, secondo me, che anche non sono un reporter, è che tutto questo è la riproduzione in scala mondiale di ciò che avviene non solo nel locale...ma nel quotidiano!
ovunque!
certo, laddove "morte" non è intesa in senso metaforico, ma è reale e consistente come una ferita che sanguina, tutto questo genera indignazione diffusa (e sono sicura che addirittura il più becero capitalista individualista da questa parte del mondo, ricco e panciuto, si farebbe venire una lacrima agli occhi). Ma quando si tratta di piccoli lividi inferti da pugnetti del tipo "che vuoi che sia", tutto sembra cambiare e il legame tra questa "mors tua, vita mea" e l'altra, gigante, al sud, si perde di vista.
Lo so, avrebbe potuta farla un prete questa predica (non scordo com'erano le prediche)...che dire? starò invecchiando...