mercoledì 26 settembre 2007

con dos cojones...all'italiana

Qualche settimana fa, proprio qui dentro, Jose ci raccontava dei suoi progetti per il futuro e ci chiedeva i nostri punti di vista in merito.
questo giro ci provo io, a parlarvi dei miei progetti. per raccontarvi, capire meglio le mie cose ed avere la vostra.

ad alcuni di voi ho raccontato delle mie difficoltà al presente lavoro: ambiente così così, ridottissime possibilità di crescita/ carriera accademica, mio scarso interesse per i temi di ricerca qui trattati.
negli ultimi tempi queste perplessità si sono acuite, e chiarite. il tempo che passa, ed alcuni accadimenti esistenziali, mi hanno fatto riflettere sul fatto che mi sono "allontanato da me": non è tanto questione di ambiente o carriera, ma del fatto che devo provare (almeno provare) a fare della/nella mia vita cose che mi interessino, e che mi diano piacere.
in altre parole, devo provare a costruire una professionalità che senta mia, e dentro la quale riesca a "vedermi" al di là dell'orizzonte di brevissimo periodo.

vi risparmio le paure (lasciare il molle grembo accademico, temere l'ignoto, non riuscire etc) e passo a sogni ed idee progettuali.
il sogno è quello, un bel giorno, di poter pagare l'affitto scrivendo di- e- facendo internet. un giornalista- che i giornali chiudono e la casta è peggiore di quella dei politici- ma qualcuno che sa di rete, costruisce spazi di rete (profit e no profit) e all'occorrenza ne sa scrivere.
bernhard (che è bernhard) descrive questa cosa come "journalist 2.0" e per me è in questo senso un faro. inarrivabile, ma pur sempre un faro.

nel frattempo, il sogno è semplicemente inattingibile a breve medio: scrivendo e facendo internet non si paga l'affitto. e così per perseguire il sogno di lungo periodo sto perseguendo dei progetti di breve periodo.
questi progetti passano per la ricerca di lavori con cui pagare l'affitto . a questo scopo sto provando a guardarmi in giro per ruoli come:
- addetto stampa in ambito di comunicazione pubblica/ politica
- responsabile di aree e-business e community in aziende con buona propensione a internet
- insegnante (master, scuole per stranieri etc)

lunedì ho un primo colloquio, ed intanto ho preso a interpellare persone e mandare qualche curriculum ("mirato", per il momento).

questo è quanto, per il momento. il mio cantiere è ancora aperto, e sono felice di mostrarvelo per avere la vostra. per farmi tirare un mattone in faccia. o semplicemente per fare quattro chiacchere.

1 commento:

cristina duranti ha detto...

innanzitutto auguri, caro gi� per la tua scelta coraggiosa. ci vorr� molta tenacia per perseguirla. faccio solo una veloce precisazione su bernhard (dico bernhard). senza toglierli alcun merito (ci mancherebbe), diciamo che lui, al contrario di te e di molti trentenni italiani che ambiscono a lavorare nei media, si � trovato al posto giusto nel momento giusto. ovvero, si � trovato a cominciare a bazzicare i giornali (molto prima della laurea, faccio notare) e internet proprio all'alba del boom, per giunta dal lato migliore dell'Altlantico. il primo lavoro serio lo ha trovato in una rivista, l'industry standard, che si � trovata come una supernova a cavalcare l'onda della new economy, ma ne ha seguito la breve parabola splendente. l'esperienza accumulata nel giro di 3 anni al momento giusto nel posto pi� giusto del pianeta (tra la capitale finanziaria e la silicon valley) gli hanno permesso di "rivendersi", dopo la bancarotta del giornale, al miglior offerente alla pi� rgande agenzi di stampa del mondo e poi da free-lance. vogliamo immaginare una parabola analoga in Italia? ricordo l'incredibile infornata di laureati in SdC a Kataweb nel momento d'oro, quando doveva diventare il MediaLab italiano...dopo aver speso fiumi di miliardi e creato un bel buco, hanno rimosso il direttore (o meglio promosso a pi� alti incarichi), licenziato tutti i licenziabili cococo e messo gli altri a fare, quando gli ha detto bene, gli htmllisti. Quanti di loro avrebbero potuto rivendersi sul mercato, come dici tu, come giornalisti 2.0? per le comeptenza acquisite (in confronto alla media dei giornalisti italiani) forse molti, il problema � che non hanno trovato nessun mercato in cui rivendersi. primo perch� (per fortuna) l'Italia, a parte Somalia e Albania, non ha colonizzato nessuno e la nostra lingua la parlano in pochi nel mondo, ergo il mercato per chi scrive in italiano � davvero piccolo rispetto a chi maneggia la lingua della perfida albione; secondo perch� tutti sapete meglio di me come funziona l'accesso al mercato del lavoro per i giornalisti in Italia....ed evito di aprire un'altra polemica!!