Ora questa storia mi riporta ad 11 anni fa quando, arrivata a Bologna, ho scoperto che esisteva un avvenimento simile, una specie di santo da cui andare per trovare pace, serenità e benessere…Il santo di Bologna, però, non si chiama SS. Ecce Homo ma Festa dell’unità…e oggi io non so le motivazioni storiche e quelle attuali…ma ogni anni non me ne perdo una. E allora:
- dò un euro all’entrata
- prendo il programma
- mangio al ristorante “Ai castelli” le rosette del Rè
- gioco alla pesca, ai gratta e vinci e alla tombola
- faccio lo struscio
Non so cosa voglia dire questa storia…ma io ci vedo dei parallelismi e delle possibili interpretazioni:
- entrambe nel tempo sono cambiate, hanno perso il loro significato originario e si sono trasformate in… sagre? Momenti di creazione e affermazione dell’identità in nome della solidarietà? Macchine per fare soldi aldilà di qualsiasi ideologia o manifesto politico?
- entrambe, come dice giovanni, si sono materializzate negli oggetti e sono diventate istituzioni
- che sono/siamo degli abitudinari?
- che sono solo pugnette dettate dalla mia personale depressione post vacanza……
....E io mi ritrovo imbambolata davanti alla dimostrazione della magica spugna lavavetri…
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